sabato 25 giugno 2005

Scherzi di identita`...

Orami completamente guarito mi accingo a trascivere una riflessione sull'identita` che avevo messo giu` su carta ormai diverso tempo fa...

In realta` avevo promesso a me stesso che avrei parlato di qualcosa di attuale (e non che tra le gaffe del nostro premier e altri fatti che leggiamo sui giornali mi mancassero gli spunti) ma fa troppo caldo per elaborare qualcosa di nuovo quindi vada per il riciclaggio che non fa mai male! 

A volte odio me stesso per quello che sono, perché non posso essere diverso da come sono. A volte mi chiedo perché non sono come tutti, perché non riesco a vestirmi come tutti, a pensare come tutti a “divertirmi” come tutti (non che non mi diverta a modo mio o mi diverta in maniera strana eh… è inteso in senso macroscopico). A questo punto vi starete chiedendo “ma tutti chi?” e vi rispondo prontamente “Tutti!”. Tutti i miei coetanei la grande massa più o meno informe di ventenni che naviga tra discoteche, feste alla moda e vestiti firmati. Quelli che si accompagnano con ragazze che sai bene non ti degneranno mia di uno sguardo se non per commiserare il tuo abbigliamento casual/pseudo-alternativo, quelli che se ti avvicini anche solo per chiedergli l’accendino ti squadrano dall’alto come se ti stessero facendo una enorme concessione solo a considerarti un essere umano (fidatevi è successo ad un mio amico ed ero presente). Quelli per cui sei uno “loffio” (  per il termine ringrazio Claudio, un mio amico, che mi ha illuminato sulla divisione dell’umano genere in tre macrocategorie sulla base dell’abbigliamento: la bella gente, i tamarri e i loffi)!

La massa io l’ho sempre fuggita e lo ammetto anche disprezzata. Tuttavia a volte mi chiedo perché non posso farne parte, perché sono, e devo essere, a tutti i costi diverso, strano (o semplicemente magari parte di una massa più ristretta).

Forse se solo riuscissi ad essere “normale” tutto sarebbe più facile, con meno problemi… ma che vuol dire “normale”? E soprattutto per questa normalità vale la pena di rinnegare se stessi per anelare ad una vita in apparenza più facile? No! Penso, ed ho sempre pensato (penso decisamente troppo), che anche la vita di coloro che si agitano nelle discoteche in jeans di Armani e magliette rosa  abbia dei momenti tristi o delle problematiche, magari diversi da i miei, ma come la vita di ogni essere umano.

Certo, e qua torno alla riflessione sul dolore postata qualche tempo fa, se hanno problemi esternamente non si direbbe visto che niente sembra  distoglierli dal divertimento, che niente possa toccarli o sorprenderli. Ma d’altra parte l’ho scritto che secondo me oggi il dolore è rifiutato e nascosto invece di essere vissuto.

Forse non conosco abbastanza bene il mondo che critico tanto severamente ma quel che so, per esperienza personale, mi porta a scrivere questo, ovviamente ogni smentita, commento o critica, purché costruttiva, è bene accetto.

Per concludere si forse per alcuni versi se fossi omologato alla massa avrei una vita a volte più facile, ma la mi vita mi piace così com’è,  con i miei casini e i miei problemi, e non potrei mai e poi mai essere diverso da quello che sono.
magari stra
Magari strano sí… ma me stesso!

bye

1 commento:

  1. Bella riflessione vecchio mio... un altro post così e puoi festeggiare i 1000 lettori...

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